Quando si parla di noi donne, il mercato del lavoro (e, più in generale, il mondo del business) spesso storce il naso.
E non lo dico “solo” perché sono una donna imprenditrice: a parlare chiaro sono i numeri che, già critici nell’era pre Covid, hanno visto un drastico aggravamento della situazione dell’impiego e dell’imprenditorialità femminile a oltre un anno dall’inizio dell’emergenza pandemica.
Qualche esempio? Basti pensare che, secondo i dati Istat, a dicembre 2020 su 101 mila nuovi disoccupati, 99 mila erano donne e che dei 444 mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% di essi è stato costituito sempre e solo da donne.
Come se non bastasse, il focus sulle imprese femminili parla di un 2020 orribile: alla fine dell’anno appena trascorso, infatti, le aziende guidate da donne hanno fatto registrare un calo di 4 mila unità rispetto al 2019. E pure in regioni dall’alta vocazione imprenditoriale, come la Lombardia, le 149.210 imprese ivi presenti rappresentano soltanto il 19,08% del totale delle aziende.
E che dire della retribuzione? Beh, non sorprenderà sapere che non ci sono buone notizie nemmeno su quel versante. La spinosa questione del gender gap, infatti, si estende anche al tema del salario: secondo una ricerca di ODM Consulting, nel terzo trimestre del 2020 la busta paga delle lavoratrici italiane, a parità di competenze, è stata inferiore dell’8,7% rispetto a quella dei colleghi uomini.
Nessun riconoscimento nel lavoro tradizionale
Una situazione, insomma, che ha del paradossale per diversi motivi.
In primis, ancora una volta, ci sono i dati.
Statisticamente, infatti, le donne risultano più istruite degli uomini: secondo l’Istat, nel 2020 il 64,5% delle donne italiane ha avuto almeno un diploma di scuola superiore, contro il 59,8% degli uomini, e le laureate sono state in numero maggiore rispetto ai laureati, il 22,4% contro il 16,8%.
In una società meritocratica questi numeri si dovrebbero trasformare in un più alto grado di occupazione femminile, elemento che, invece, tarda ancora ad arrivare.
D’altro canto, mi pare assurdo come nel 2021 possano perdurare stigmi, pregiudizi o dicerie che troppo spesso ci siamo sentite ripetere sul luogo di lavoro e che ci hanno sempre penalizzate nonostante le nostre capacità, le nostre conoscenze e la nostra sensibilità: temi quali la maternità, la volubilità nel carattere, l’incapacità di gestire le emozioni (specie se derivanti da colleghi uomini) sono troppo spesso usati per sbarrarci la strada in un mondo, quello del lavoro tradizionale, ancora troppo legato alla pressione maschile.
La soluzione? Io l’ho trovata nel Network Marketing
Eppure, non tutto è perduto: in una condizione lavorativa non facile, la soluzione a tutti (o quasi) i problemi che abbiamo appena visto è rappresentata dal Network Marketing.
A dimostrarlo è la mia storia: solo dopo avere scelto questa strada lavorativa, infatti, ho potuto toccare con mano cosa significa far parte di un’attività meritocratica, che non fa distinzione tra uomo e donna, ma che premia l’impegno e le capacità di ciascuno, senza curarsi del loro sesso.
Qui ho trovato un ambiente stimolante e alla pari, dove il mio lavoro fosse riconosciuto e la mia testarda volontà di impegnarmi a raggiungere sempre nuovi risultati è stata premiata con successo e assurta a esempio per altre donne.
Qui ho avuto modo di far crescere il mio business, tanto in Italia quanto all’estero, senza mai dimenticarmi dei miei più cari affetti, ai quali sono sempre stata vicina grazie a un impiego che mi permette di lavorare autonomamente da casa mia, così da poter conciliare alla perfezione (per quanto umanamente possibile) il ruolo di madre e quello da imprenditrice.
Qui, poi, ho avuto modo di confrontarmi con tante altre donne che, come me, hanno trovato nel Network Marketing la loro strada di vita, oltre che professionale, giungendo così all’esperienza di Lady Network: un progetto totalmente al femminile che rappresenta il risultato di altre 7 donne che, oltre a me, hanno avuto il coraggio di dire “basta” alle diseguaglianze di genere per perseguire i loro veri sogni e, così, raggiungere i loro più ambiziosi obiettivi.
Oggi mettiamo a disposizione le nostre competenze per aiutare altre donne a fare altrettanto, non più solo in Italia ma anche in Francia, Belgio, Spagna e tutta Europa.
Questo è il primo risultato di un movimento destinato a toccare il mondo intero!
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